LA SPERANZA

09.10.2023

La speranza è definita come "sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera" o ancora "attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole" o anche "aspettare fiduciosamente qualcosa che porterà un bene o un vantaggio".

Queste definizioni possono portare a  pensare che in assenza di attesa fiduciosa nella realizzazione di un qualcosa, non ci sia speranza e che quindi quest'ultima sia in funzione di un evento o accadimento esterno a noi, senza il quale la speranza non avrebbe diritto di esistere.

 Dunque, se non mi sento stimolato da qualcosa, se non ho o non trovo un qualcosa da realizzare, se manca il desiderio di ottenere uno o più vantaggi dal mondo esterno, non ho speranza? Ancora più specificatamente potremmo dedurre che assenza di speranza significa non avere nulla in cui credere, pensare che niente valga la pena di essere, guardare fuori e non trovare nulla che faccia scattare quella molla, quella voglia di credere in noi o in un qualcosa fuori da noi.

Ma quindi, la speranza da dove viene? E da cosa dipende? E, soprattutto, possiamo costruirla quando percepiamo di non averla?

Io credo che la speranza sia anzitutto una decisione, la decisione più importante che ognuno di noi può prendere.

Come scrive Daisaku Ikeda (filosofo, educatore e maestro buddhista):

"Quando la nostra determinazione interiore cambia, ogni cosa inizia a muoversi in quella direzione. Nel momento in cui prendiamo una decisione profonda, ogni nervo e fibra del nostro essere si riorientano verso la realizzazione di quell' obiettivo o desiderio. D'altro canto, se pensiamo: "non ci riuscirò mai", allora ogni cellula del nostro corpo si ritroverà priva di speranza e abbandonerà la lotta".

La speranza, in questo senso è una scelta che si riduce in ciò che noi decidiamo (o non decidiamo) di portare avanti, di cambiare o meno nella nostra vita. Ikeda sposta l'accento da ciò che avviene fuori da noi, a ciò che accade dentro il nostro cuore in un istante, in un momento preciso dove decidiamo che la nostra vita cambierà, decidiamo di guidare l'automobile anziché farci portare passivamente da essa. Ed è una decisione forte e potente, frutto di una determinazione impavida, che è in grado di cambiare noi stessi e il mondo che ci circonda poiché quest'ultimo è uno specchio di ciò che accade dentro di noi.

Una visione pessimistica porterà infatti effetti deboli e negativi che alimenteranno altri pensieri in un circolo vizioso continuo; una visione ottimista porterà effetti positivi in un circolo virtuoso che si auto alimenterà. 

Penso quindi a quanto sia importante diventare consapevoli dei nostri pensieri e di come sono orientati rispetto a noi stessi e alla vita che ci circonda. 

E' possibile diventare consapevoli dei nostri pensieri? Assolutamente SI! Ed è anche possibile modificarli al meglio.

Tutto esiste dentro di noi, basta solo avere la voglia e il coraggio di diventare protagonisti della nostra vita, scegliendo di avere speranza!

Come scrive Ben Okri in una poesia intitolata "Un conflitto nella mente":

Non puoi ricreare il mondo

senza ricreare te stesso.

Ogni nuova era ha inizio da dentro di te.

E' un evento interno

con incredibili possibilità

di liberazione interiore.